UN ALTRO SISTEMA OPERATIVO E' POSSIBILE

L'iniziativa voluta dal Mit Media Lab di Nicholas Negroponte ha già sollevato molte perplessità. C'è chi ha criticato l'approccio tecnopositivista, l'ingenuità di sperare di risolvere il complesso problema del digital divide con un semplice prodotto tecnologico calato dall'alto. C'è chi ha evidenziato come le carenze infrastutturali non si potranno mai risolvere con fantasiose soluzioni come l'alimentazione a manovella e l'uso di wireless mesh networks. Insomma, sono alte le possibilità che il progetto OLPC si traduca in un'inutile spreco di denaro e le migliaia di laptop finiscano sugli scaffali di collezionisti di hardware di tutto il (primo) mondo. Tuttavia è interessante l'approccio inedito dei ricercatori del MIT alla questione del sistema operativo. Al Media Lab hanno dovuto optare per modelli open source per evitare costi di licenze e tendere a software il più possibile leggero, in grado di girare su computer a bassa potenza. In particolare si sono trovati di fronte all'opportunità di sviluppare un sistema operativo da zero che non fosse orientato al lavoro e che fosse comprensibile a bambini non tecnologizzati di tutto il mondo. Sugar, l'interfaccia grafica sembra provenire da un altro pianeta, un pianeta decisamente migliore. Le ormai consolidate metafore mutuate dal bigio e autistico cubicolo sono state abbandonate, niente più scrivania, cartelle e documenti. Al loro posto troviamo personaggi stilizzati, attività, comunità e oggetti concettuali incentrati sull'interazione ludica e la narrazione. Vale la pena di dare un'occhiata al wiki dedicato alle linee guida dell'interfaccia grafica. Se non altro per renderci conto che quello con cui abbiamo a che fare tutti i giorni non è l'unico modo per interagire con i computer.
02/28/07 | | #